*Chirurgo plastico referente Breast Unit Fondazione Campus Bio Medico di Roma e professore a contratto Facoltà di Medicina Unicamillus International University
La specialista Barbara Cagli è autrice di un lavoro di ricerca volto a valutare gli effetti ‘oggettivi’, correlati con quelli ‘soggettivi’, nella mastopessi, l’operazione chirurgica di risollevamento delle mammelle, anche detta ‘lifting del seno’. Con tecniche e sistemi computerizzati la studiosa ha valutato i cambiamenti nel tempo del seno e di questo intervento, sempre più richiesto dalle donne dopo le gravidanze e le variazioni di peso corporeo. La chirurga ha appena presentato i risultati preliminari della ricerca al recente congresso dell’ Associazione italiana di chirurgia estetica (AICPE), insieme all’importanza delle tecniche chirurgiche più innovative per avere risultati anche ‘oggettivamente’ migliori.
Correggere il nostro corpo modificato dal passaggio del tempo, dalla variazioni di peso o dalle gravidanze e valutare a 360° gradi cosa accade. Questo il mio pensiero nel sondare la mia esperienza con le tecniche di mastopessi, cioè del risollevamento del seno solo con finalità estetica e questo il tema che mi è stato richiesto di sviluppare al 10° congresso dell’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (AICPE) appena svolto a Firenze.
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Non si può trascurare l’impatto che il disagio provoca sulla sfera emotiva e di relazione nel vedere il proprio seno alterato e svuotato e di quanto questa esperienza sia in grado di incidere sul livello di serenità di una donna
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Barbara Cagli
Chirurgo plastico referente Breast Unit Fondazione Campus Bio Medico di Roma e professore a contratto Facoltà di Medicina Unicamillus International University
Partendo dal presupposto che ogni atto chirurgico ha un valore terapeutico, questa prerogativa è propria anche della chirurgia estetica. Non si può trascurare l’impatto che il disagio provoca sulla sfera emotiva e di relazione nel vedere il proprio seno alterato e svuotato e di quanto questa esperienza sia in grado di incidere sul livello di serenità di una donna. Nella mia esperienza questi interventi consentono alle pazienti di riequilibrare la propria sfera emotiva e di apprezzarsi di nuovo, premessa fondamentale per poter vivere serenamente anche la vita di relazione con gli altri. La discesa del seno è infatti motivo di grande disagio per molte donne ed è un evento abbastanza comune perché si presenta quasi sempre dopo grandi variazioni di peso oppure dopo gravidanze e allattamenti, seppure questi siano tra i momenti più belli della vita di una donna ed è sempre bene ricordare l’importanza dell’allattamento materno per i nostri figli.
Compito del chirurgo plastico è quello di realizzare un intervento con la migliore tecnica operatoria al fine di ripristinare il benessere psico-fisico delle nostre pazienti ma nel nostro settore è molto difficile trovare un metodo scientifico che analizzi correttamente l’evoluzione della forma del seno nel tempo.
Negli ultimi anni la tecnologia ha compiuto progressi incredibili ed esistono diversi sistemi tridimensionali che vengono principalmente utilizzati per simulare, ad esempio, il possibile cambiamento dopo un intervento chirurgico. Nella mia presentazione, invece, ho cercato di proporre un metodo di valutazione per cercare di “oggettivare” i nostri risultati sfruttando questi sistemi computerizzati.
Con un sistema di valutazione 3D ho potuto estrapolare dal materiale fotografico standardizzato i risultati post-operatori nel tempo di numerose mie pazienti sottoposte ad interventi di mastopessi attraverso misurazioni computerizzate e non manuali (soggettive) per attestarne l’andamento nel tempo. Il sistema per lavorare chiedeva solo una misurazione (la distanza tra i due capezzoli) ed una foto frontale e le proiezioni oblique di entrambi il lati.
Con questi dati il computer è stato in grado di valutare nel tempo (ad 1, 6 mesi ed un anno) le modifiche del polo inferiore della mammella ovvero della parte più bassa del seno che tende ad invecchiare e a scendere verso il basso perchè risente maggiormente del peso della ghiandola e della gravità.
Il sistema computerizzato ha valutato lo stretch cutaneo del polo inferiore confrontando due tecniche diverse e dimostrando che molti dei cambiamenti avvengono proprio nei primi 12 mesi. In termini pratici è stata dimostrata una buona stabilità del risultato nel primo anno e valuteremo i successivi.
Sarà molto importante continuare lo studio per valutare le ulteriori modifiche dopo un periodo di tempo più lungo.
Il mio studio è solo preliminare ma i primi risultati sono molto promettenti per poter ancora una volta mettere la tecnologia sempre più avanzata al servizio dei nostri pazienti ed aiutare noi chirurghi a migliorare sempre le nostre tecniche.
