Paolo Veronesi, il senologo che ha operato oltre ottomila donne per tumore al seno, nel suo nuovo libro “La vittoria sul cancro”, pubblicato recentemente nella collana Scienze per la vita (Sonzogno di Marsilio Editori), offre una guida chiara e precisa dedicata alle donne in trattamento oncologico.
Tanti gli argomenti trattati: tra questi ‘come si legge un referto’ che riportiamo in estrema sintesi.
Ringraziando l’autore e l’editore vi invitiamo a leggere il manuale così ricco di informazioni pratiche utili e rassicuranti.
“Ho un tumore, sì o no?” “Ma è benigno o maligno?”, queste le prime domande a cui si cerca di trovare una risposta anche leggendo il referto dell’esame appena fatto. Ma sull’esito di questo esame la parola “tumore” non compare quasi mai. Ci sono invece molti altri termini, complessi e difficili da interpretare e si rischia di rimanere senza una risposta dal momento in cui si ha quel pezzo di carta fra le mani al consulto passano giorni. “Giorni in cui si vive in una sorta di limbo, perché dopo la lettura si hanno ancora più dubbi. È evidente che diventa fortissima la tentazione di precipitarsi immediatamente sul web e mettersi a cercare le parole chiave rinvenute nell’esito dell’esame. Invece è fondamentale che il linguaggio utilizzato sia semplice e accessibile” spiega Paolo Veronesi, presidente della Fondazione Umberto Veronesi e direttore del programma di senologia all’Istituto europeo di oncologia di Milano, nel suo nuovo libro dal titolo forte: La vittoria sul cancro, edito da Sonzogno.
Una vittoria che si raggiunge prima di tutto informando le donne perché, come scrive l’autore, “è da loro che arriva questo libro e la sua idea di fondo: il tumore al seno si deve combattere e si può vincere. Guarire non è destinato a poche fortunate. Non più”.

“
Il tumore al seno si deve combattere e si può vincere. Guarire non è destinato a poche fortunate. Non più.
”
Paolo Veronesi,
presidente della Fondazione Umberto Veronesi, direttore del programma di senologia all’Istituto europeo di oncologia di Milano e autore di La vittoria sul cancro, edito da Sonzogno
Come si legge un referto?
“È necessario in primis conoscere il significato di alcuni termini con cui vengono classificati i diversi tipi di tumore al seno, – spiega Veronesi, – distinguendo i due tipi principali, ovvero i duttali e quelli lobulari.
I primi hanno origine dalle pareti dei dotti galattofori e rappresentano circa il 70% dei tumori alla mammella; i secondi hanno origine dai lobuli e sono meno frequenti (circa 15%).
Quando le cellule tumorali sono confinate ai dotti o ai lobuli si parla di tumore non invasivo o in situ, che ha cioè uno sviluppo locale e non dà luogo a metastasi; quando, invece, le cellule sono diffuse in altri tessuti e altri organi, si parla di tumore invasivo o infiltrante, cioè tumori potenzialmente metastatici.
Perché si parla di cellule maligne?
Il termine «neoplasia» indica la proliferazione fuori controllo delle cellule. Se le cellule diventano maligne, acquisiscono la capacità di staccarsi dal tessuto di appartenenza e di invaderne altri: per il seno si parla allora di carcinoma, che definisce una neoplasia maligna originatasi da un tessuto epiteliale, uno dei quattro tessuti del corpo (gli altri sono il tessuto connettivo, quello muscolare e quello nervoso).
Le lettere e i numeri sul referto: cosa significano?
Sul foglio del referto ci sono poi lettere e numeri, – si legge nel volume di Veronesi. Si tratta di codici utilizzati in tutto il mondo per definire gli stadi di un tumore.
T
La lettera T indica la dimensione del tumore espressa su una scala che va da 1 (tumore piccolo) a 4 (tumore grande)
N
La lettera N indica il coinvolgimento dei linfonodi e può assumere valori che vanno da 0 (nessun linfonodo coinvolto) a 3 (molti linfonodi coinvolti)
M
La lettera M indica le metastasi: se il tumore non si è diffuso ad altre parti del corpo sul referto apparirà il numero 0, mentre se si sono formate metastasi il valore riportato sarà 1.
A seconda del livello di sviluppo, il tumore al seno viene classificato in 5 stadi: dallo stadio 0 (non invasivo) allo stadio 4 (con la presenza di metastasi).
I quattro tipi di tumori e recettori: la biopsia
Oltre a queste informazioni, è importante effettuare la biopsia per capire meglio il tipo di tumore e scegliere la terapia più adatta.
In particolare, sulle cellule tumorali possono essere presenti tre tipi di recettori per gli ormoni: i recettori per gli estrogeni, quelli per il progesterone e quelli per il fattore di crescita epidermico umano (recettore Her2). Ci sono, però, anche casi in cui le cellule non hanno nessuno dei tre recettori principali e per questo si parla di tumori triplo negativi. “Quando leggiamo il referto della biopsia possiamo ritrovare questi termini che indicano i quattro sottogruppi: tumori positivi agli estrogeni, tumori positivi al progesterone (entrambi chiamati HR, cioè hormon receptor, positivi), tumori positivi a Her2 (che sono particolarmente aggressivi) e tumori triplo negativi (che rappresentano il 10-20% dei casi)” spiega Veronesi.
Cosa vuol dire HR?
HR sta per Hormone Receptor, cioè recettore per gli ormoni, e indica che i carcinomi in questione hanno molti recettori per gli ormoni femminili, ossia gli estrogeni (ER+, estrogeno-positivi), il progesterone (PR+, progesterone-positivi) o entrambi.