Per prepararci alle imminenti vacanze estive, abbiamo riassunto in cinque punti (più uno) le buone pratiche da adottare per prendere il sole minimizzando i rischi. Ecco i consigli degli esperti di dermatologia e senologia per goderci il sole in modo sicuro e proteggere le zone più sensibili e delicate del nostro corpo, come il seno.
1. Per prendere il sole usa sempre la protezione solare alta: ti abbronzi comunque
Il falso mito che con la protezione solare non ci si abbronzi è puntualmente smontato dalla dottoressa Pucci Romano, docente di Dermatologia presso l’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma e presidente Skineco (Associazione internazionale di EcoDermatologia), che consiglia di usare sempre “una crema ad alto fattore di protezione (50+) che non significa non abbronzarsi come molti pensano, ma esporsi al sole senza creare danni alla pelle”. Sui rischi da esposizione solare senza protezione su seno e décolleté, Pucci Romano precisa: “Questa zona in particolare è molto più sensibile al cosiddetto photo-aging, quindi all’invecchiamento dovuto alla fotoesposizione. Oltre, infatti, al crono-aging che dipende dal processo fisiologico dell’età che avanza, l’invecchiamento della pelle può dipendere dal nostro stile di vita. E, sicuramente, un’esposizione al sole inadeguata e senza protezione, può avere un peso notevole. La zona del décolleté può essere facilmente sede di eritema e questo va evitato perché la pelle ha una memoria e quindi non dimentica”.

2. Attenzione al fototipo
“Bisogna considerare non solo il tempo di esposizione ma il fototipo della pelle: una carnagione color bianco latte o chiara necessita di una protezione più alta rispetto a chi ha la pelle più olivastra o scura.” – precisa Norma Cameli, responsabile dell’Ambulatorio di Dermatologia Correttiva e Rigenerativa dell’Istituto Dermatologico San Gallicano, IRCCS, Roma. Su questo aspetto si esprime allo stesso modo anche Pucci Romano: “va considerato sempre anche il nostro fototipo, quindi il colore della pelle, degli occhi e dei capelli e la presenza o meno di lentiggini o nei. Quanto più basso è il fototipo, tanto maggiore è il rischio di sviluppare tumori cutanei.”

3. Prendere il sole in topless: come fare?
Risponde Norma Cameli: “Sulla pelle del seno, come su qualsiasi altra parte del corpo, i raggi del sole accelerano il processo di invecchiamento. In generale però la pelle del décolleté è spesso fra le più trascurate dalle donne per cui diventa sottile e rugosa e spesso compaiono macchie. Prendere il sole in topless significa esporre il seno ai raggi solari e quindi anche inevitabilmente agli effetti negativi del sole. Ma se si ha un comportamento responsabile e si utilizza sempre, in qualsiasi momento della giornata, una crema con un elevato fattore di protezione, i rischi si riducono”. Pucci Romano conferma: “le zone che sono state poco, o per niente, esposte al sole sono più sensibili alle radiazioni solari rispetto a quelle che ricevono la luce del sole continuamente. Il seno, a differenza per esempio di mani e braccia, ha sicuramente meno ‘memoria difensiva’“.

4. La protezione della pelle continua dopo l’esposizione
Anche al termine della giornata al mare o in piscina, è necessario prendersi cura della pelle, come precisa Pucci Romano: “È necessaria una buona idratazione, quindi per esempio una crema ricca di acido ialuronico o anche di grassi vegetali come karité e avocado, per poter ripristinare la barriera cutanea perché l’esposizione al sole tende a seccare la pelle”. Se qualcosa è andato storto e non abbiamo evitato una scottatura, Pucci Romano avverte: “Bisogna valutare il grado di scottatura, ma indipendentemente da quale sia, va evitata categoricamente l’esposizione al sole. Si possono applicare creme idratanti e in alcuni casi, se necessario, il medico può prescrivere anche una terapia farmacologica. Se compare un eritema siamo di fronte a un campanello d’allarme perché significa che c’è stata una risposta immunitaria dell’organismo. L’eritema – spiega Romano – è considerata un’allergia al sole, ma bisogna capire la causa: può dipendere dai raggi UVA, dai raggi UVB o semplicemente da una cattiva e prolungata esposizione al sole senza alcun tipo di protezione”. Norma Cameli aggiunge: “In estate, meglio rinunciare a trattamenti esfolianti, scrub per il corpo e peeling, perché potrebbero verificarsi reazioni con il sole. Per la detersione, poi, sono sempre da preferire prodotti che non contengono tensioattivi che risultano aggressivi per la pelle, inclusa quella del seno”.

5. Dopo un intervento al seno prestare la massima attenzione nel prendere il sole!
Indipendentemente dalla natura dell’intervento, un aspetto da tenere in considerazione è la protezione delle cicatrici: anche se, come afferma Pucci Romano, “il sole non fa né bene né male alle cicatrici”, Andrea Sagona, chirurgo senologo presso la Breast Unit dell’Humanitas Cancer Center di Rozzano, avverte: “è bene aspettare che la cicatrice sia guarita: meglio evitare la luce solare diretta sul seno operato per almeno un 1-2 mesi. Anche perché, su una ferita non del tutto guarita, è controindicato applicare creme o prodotti. Quando invece la ferita non è più fresca, il consiglio è esporsi gradualmente al sole e per un tempo limitato, scegliendo le ore meno calde della giornata quindi mattina presto o tardo pomeriggio e utilizzando sempre creme con un alto fattore protettivo (50+). Sulla cicatrice si possono inoltre applicare cerotti in silicone che possono minimizzare il rischio di arrossamento e iperpigmentazione”.
6. Durante le terapie oncologiche evita il sole
Un no assoluto all’esposizione al sole, invece, in concomitanza con le terapie oncologiche: almeno un anno di astensione dal sole dopo la radioterapia, dal momento che, come afferma Andrea Sagona, “gli effetti delle radiazioni del sole si sommano a quelli della radio e l’infiammazione può riaccendersi anche dopo mesi. Se si va in spiaggia bisogna utilizzare oltre alla protezione 50+ anche magliette con fattore di protezione incorporato per coprire non solo il seno, ma anche la zona del décolleté e del collo perché il sole filtra sia attraverso l’ombrellone sia attraverso i vestiti. Anche le lampade abbronzanti sono controindicate”. Identico avvertimento anche in caso di chemioterapia: “Alcuni farmaci chemioterapici sono fotosensibilizzanti e quindi se ci si espone al sole c’è il rischio di scottature anche importanti non solo nella zona operata, ma in tutto il corpo”, sottolinea Sagona. “Quindi bisogna evitare il sole almeno per un paio di mesi dalla fine della terapia. Dopo questo periodo si può andare in spiaggia, ma sempre nelle ore meno calde utilizzando creme con un alto fattore protettivo e ricordandosi di applicare la crema sempre dopo ogni bagno”.
7. Proteggi la tua pelle dal sole tutto l’anno.
Ricorda che la protezione solare non è solo un gesto estivo, ma un’abitudine che dovresti mantenere tutto l’anno. Anche l’industria cosmetica ha risposto a questa crescente consapevolezza, offrendo una vasta gamma di prodotti con protezione solare integrata. Se hai dubbi, consulta il tuo medico che saprà aiutarti a scegliere i prodotti e le strategie migliori per proteggere e mantenere bella nel tempo la tua pelle.
