“Tutto quello che è successo a causa del Covid mi fa pensare che ritornare in ospedale per la ricostruzione del seno, che è un mio capriccio, sia inopportuno”
“Dopo il tumore e la mastectomia ci mancava il Covid. Sono ansiosa, temo di contagiarmi e non voglio tornare in ospedale per la ricostruzione del seno”
“Sono preoccupata perché ho saputo che durante il ricovero non potrò ricevere le visite dei miei familiari”.
“Il vaccino anti covid può interagire con l’intervento al seno?”
“Devo fare anche il vaccino antinfluenzale?”
Queste solo alcune delle domande ricorrenti che le donne fanno ai medici delle Breast Unit, da quando è arrivato il Covid-19. Molta la paura di contrarre il Covid durante le visite ambulatoriali, oltre alla preoccupazione di dover rimandare l’intervento in caso di contagio e quindi perdere altro tempo prezioso. E poi l’ansia di dover affrontare il ricovero senza le visite di parenti e amici. Inoltre il timore che il vaccino anti-Covid possa interferire con l’intervento chirurgico.
Domande, Timori e perplessità che l’associazione Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus (BABC) con il progetto DONNA X DONNA ha voluto raccogliere in una brochure cui si possono leggere anche tutte le risposte elaborate dal comitato promotore del progetto, formato da chirurghe plastiche, senologhe e psico-oncologhe che operano nelle maggiori Breast Unit presenti nelle principali regioni italiane.
La paura del contagio negli ospedali
Oggi, rispetto all’inizio della pandemia, la situazione negli ospedali è molto diversa. Sicuramente i dispositivi di protezione individuale, soprattutto le mascherine, devono continuare a essere sempre indossati perché, insieme ai vaccini, riducono il rischio di contagio. “La paura principale delle pazienti – spiega Claudia Borreani, psico-oncologa, responsabile della struttura di Psicologia clinica della Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori di Milano e membro del comitato promotore di DONNA X DONNA – è che il Covid possa avere delle ripercussioni sul proprio percorso di cura. Non è tanto la paura del contagio in sé, ma ciò che il contagio significa. Per esempio, la quarantena e la necessità posticipare le visite già programmate”.
“Soprattutto durante il primo lockdown, quando la situazione era più confusionaria – racconta la psicologa – molte donne per paura del contagio hanno rimandato le visite di prevenzione, come la mammografia e l’ecografia trascurando l’importanza dei controlli. Ora gli ambulatori sono di nuovo in attività a pieno regime ed è opportuno che tutte le donne effettuino screening regolari”.
Affrontare le visite o il ricovero da sole
“Ciò che sicuramente ha aumentato i livelli di ansia e ha avuto una forte ricaduta psicologica su tutte le donne – precisa Borreani, – è stato il divieto di poter essere accompagnate da familiari e caregiver durante le visite di controllo o durante un periodo di degenza in ospedale dopo l’intervento del tumore. Questa situazione ha generato, e genera, inevitabilmente più agitazione e tensione che si va ad aggiungere a quella relativa alla malattia e alle terapie da seguire”.
Attualmente i protocolli possono cambiare da una struttura all’altra e in alcuni dipartimenti è possibile la presenza di un accompagnatore, seppure per brevi periodi. In un momento delicato, come la visita prima di un’operazione, molte donne hanno infatti bisogno di avere qualcuno accanto, ma ricordiamo che in tutte le Breast Uniti tra gli specialisti c’è anche la figura dello psico-oncologo a cui ogni donna può rivolgersi per cercare di affrontare al meglio un periodo difficile come questo.
Ricostruzione mammaria e vaccini contro il Covid-19
“Per quanto riguarda i vaccini – afferma Barbara Cagli, chirurga plastica presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma – le donne sono preoccupate per lo più per la possibile interazione del vaccino anti-Covid con l’intervento chirurgico. Il nostro consiglio è sempre stato fare il vaccino prima del ricovero e attendere dalle due alle quattro settimane prima dell’intervento. L’importanza e la necessità del vaccino sono al primo posto, anche perché si tratta di donne che rientrano tra le cosiddette categorie fragili”.
“In diversi casi – sottolinea Cagli – dopo aver fatto il vaccino, molte donne durante gli esami di screening o l’autopalpazione si sono allarmate per aver sentito un linfonodo ingrossato. Ma sappiamo che il vaccino può dare una reazione di questo tipo o anche un rossore cutaneo transitorio. Si tratta comunque di reazioni che non vanno trattate con farmaci e che solitamente entro un mese si risolvono spontaneamente”.
Ricostruzione mammaria e vaccino antinfluenzale
“Infine – conclude Cagli, – dato che siamo in autunno e si sono sollevati dubbi a proposito del vaccino antinfluenzale, va ribadito che non c’è alcuna controindicazione nel farlo e che, anzi, è fortemente consigliato per queste donne che hanno già avuto una diagnosi di tumore e che quindi rientrano tra i pazienti fragili”.
La brochure DONNA X DONNA con tutte le risposte è sfogliabile qui :