Comunicazione medico-paziente, riduzione delle complicanze e sfide future della chirurgia estetica del seno: ecco di cosa si è parlato a Milano all’Mbn 2022 Aesthetic Breast Meeting. L’intervista a Maurizio Nava, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva e Estetica e Conference President.
Si è tenuto recentemente a Milano l’Mbn 2022, Aesthetic Breast Meeting, un rinomato congresso medico a livello mondiale in cui i massimi esperti internazionali di chirurgia estetica del seno si sono confrontati sul futuro del loro settore. Tanti i temi affrontati: dalla corretta comunicazione con le pazienti agli avanzamenti nelle tecniche chirurgiche per ottenere risultati sempre migliori e ridurre le complicanze, fino all’etica professionale.
L’importanza della prima visita per fare le scelte giuste
“Uno dei temi che è emerso chiaramente in tutte le presentazioni del congresso è che un intervento chirurgico, anche se estetico, rimane un intervento chirurgico, con tutte le sue complessità e i suoi risvolti, – ha commentato Maurizio Nava, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva e estetica e Conference President. – Come tale, dunque, deve essere considerato sia dalle pazienti sia dal medico”.

Cruciale, pertanto, è il momento della prima visita della paziente con il suo chirurgo, durante cui si devono prendere in considerazione e discutere tre aspetti fondamentali: i desideri della paziente, le sue caratteristiche anatomiche e le caratteristiche delle protesi. “Alla luce delle esperienze condivise durante il congresso, possiamo dire che una buona prima visita con la paziente richiede non meno di 40-45 minuti di colloquio, – ha precisato Nava. – Bisogna che la paziente abbia ben chiaro che non tutto è possibile: ci sono richieste che possono essere soddisfatte e altre che non possono essere soddisfatte per limiti anatomici”. Violare tali regole (per esempio impiantare protesi troppo grandi in rapporto alle dimensioni del torace) significa aumentare le probabilità di complicanze come la rottura delle protesi, e provocare conseguenze negative sulla salute della donna.
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Non tutto è possibile: ci sono richieste che possono essere soddisfatte e altre che non possono essere soddisfatte per limiti anatomici
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Maurizio Nava, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva e Estetica e Conference President
Nella pianificazione dell’intervento, le caratteristiche delle protesi non sono di interesse secondario. “Anche la scelta dei device dovrebbe essere frutto di un’attenta valutazione che vada incontro sia ai desideri della paziente sia alle caratteristiche del seno, – ha proseguito l’esperto. – Di fronte a un seno che ha perso la sua forma, protesi anatomiche possono aiutarci ad avere un risultato post-intervento più naturale ed esteticamente migliore. Partendo invece da un seno già ben proporzionato, anche una protesi rotonda può essere adatta”.
Un altro aspetto fondamentale della prima visita è che la paziente riceva dal medico tutte le informazioni relative all’intervento chirurgico a cui vuole sottoporsi: il famoso consenso informato, che spiega cosa aspettarsi dall’intervento, quali possono essere le complicanze (sebbene sempre più rare), che tipo di controlli sono richiesti nel periodo successivo all’impianto protesico. “Un intervento di chirurgia estetica al seno deve essere seguito proprio come una qualsiasi altra chirurgia, – ha aggiunto Nava. “La paziente deve essere seguita e l’impianto protesico monitorato, per esempio prescrivendo un’ecografia ogni due anni per verificare le condizioni delle protesi, indipendentemente dagli esami di screening per la prevenzione del tumore della mammella”.

Innovazione delle tecniche chirurgiche: meno complicanze, maggiore sicurezza
Benché oggi le complicazioni derivanti dagli interventi di mastoplastica additiva siano poco frequenti, uno degli obiettivi della chirurgia estetica moderna è di ridurle ulteriormente.
Presentate al congresso le innovazioni delle tecniche chirurgiche e l’adozione di particolari accorgimenti durante l’intervento (a partire dai 14 punti pubblicati da William Adams sulla rivista Plastic and reconstructive surgery) al fine di diminuire le contaminazioni batteriche delle protesi o della “tasca” dove il device viene inserito.
“Le contaminazioni batteriche sono dovute ai saprofiti che vivono sulla nostra cute. Non causano una vera infezione, ma un’infiammazione cronica che può avere risvolti negativi sull’esito dell’impianto – ha specificato Nava – Ridurre le contaminazioni significa ridurre la reazione dell’organismo nei confronti delle protesi. Di conseguenza ci aspettiamo che diminuisca anche il rischio di sviluppare la contrattura capsulare peri-protesica e perfino il raro linfoma anaplastico a grandi cellule, entrambi risultanti dall‘infiammazione cronica”.
L’aggiornamento delle tecniche operatorie sta avendo buoni risultati anche sulla diminuzione dell’alterazione della sensibilità della mammella dopo un intervento, sia in chirurgia estetica che ricostruttiva.
Chirurgia estetica del seno: le sfide future e i progressi di oggi
Centrale per il futuro della chirurgia estetica del seno rimane il tema della riduzione delle interazioni tra i tessuti e le protesi in silicone. “Siamo ancora agli inizi delle ricerche, ma stiamo tentando di capire se per diminuire la reazione infiammatoria sia possibile rivestire la superficie dei device artificiali con materiale biologico, per esempio con mesh di acellular dermal matrix, cioè un tipo di rete chirurgica sviluppata da derma di maiale o da pericardio bovino, in cui le cellule vengono rimosse per ottenere una struttura di supporto che verrà popolata dalle cellule della paziente”, ha concluso Maurizio Nava. “Rispetto a 15 anni fa la chirurgia estetica del seno ha già fatto notevoli progressi e sempre con un obiettivo: lavorare per migliorare la vita delle donne”.
